Organo costruito da Gaetano Callido nel 1792 e restaurato nel 1995 dalla Ditta Fratelli Ruffatti di Padova.
Gaetano Callido, definito dal suo maestro Pietro Nacchini “… Discepolo saputo, premuroso, et amoroso alla detta arte”, è stato il più famoso esponente della scuola veneziana Settecentesca, caratterizzata da una costruzione "razionale" sia dal punto di vista strutturale che fonico e particolarmente "maneggevole" e semplice da usare.
Callido destinò alle Marche circa un quarto della sua produzione.
Lo strumento è posto in cantoria sopra il portone d’ingresso.
Questo organo presenta alcune particolarità: il Principale diviso in tre parti azionate da altrettanti comandi si riferisce ai due normali registri che indicano i Bassi e i Soprani mentre il terzo pomello comanda le otto canne in legno della prima ottava.
Sulla tavola che regge il leggio è presente l’originale «Metodo per registrare l’organo»
Il Tamburo è azionato da un pomello invece che dall'ultimo tasto della pedaliera.
Tastiera di 45 tasti (Do1 - Do5) con prima ottava corta.
Divisione Bassi - Soprani tra Do#3 e Re3.
Pedaliera a leggio di 17 pedali (Do1-Sol#2) con prima ottava corta.
La pedaliera è costantemente unita alla tastiera.
Tiratutti a manovella per il ripieno.
I tiranti dei registri sono a pomello e sono posti a lato destra della tastiera su due colonne nella seguente successione:
Principale
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Voce Umana S.
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Principale B.
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Flauto in VIII
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Principale S.
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Flauto in XII
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Ottava
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Cornetta S.
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Decima Quinta
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Trombonicini B.
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Decima Nona
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Trombonicini S.
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Vigesima Seconda
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Vigesima Sesta
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Vigesima Nona
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Contrabbassi
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Tamburo
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