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Edizione 2020

Ogni intrapresa umana, purché buona, tende all’arte. Sia essa visiva, poetica, musicale, essa ci dona una lettura ALTRA della vita.

I tumulti, i massacri, gli scandali, i contorcimenti della storia e della quotidianità, che perdureranno nel futuro, non cesseranno certo grazie alle arti, da sempre interroganti la bellezza. Ma ogni artista, se autentico, è poeta ossia creatore, che coltiva in sé il compito di non cedere al naufragio dell’umanità.

La poesia non serve a consolare ma, gratuita e necessaria, resiste ad agguerrire la nostra coscienza della bellezza di essere al mondo, a saper reggere il volo dell’anima, a restituirci il vortice del nostro mistero interiore ormai troppo coperto dal rumore dei tempi. E, quando questo si attenua, note e parole fanno riaffiorare le voci profonde che credevamo perdute.

Musica e poesia ci propiziano il viaggio che ci accomuna in un’unica carovana umana ove l’esistenza di ognuno s’innesta in quelle degli altri, di tutti, per riumanizzarci nel comune dolore. Ci fanno attingere alle fonti della vita che si conferma sovrana assoluta delle menti e delle passioni umane.

Fabio Ciceroni